|  |  Tornando ai motivi che spinsero 
    alle nuove opere di fortificazione, bisogna ricordare che la prima metà 
    del Cinquecento fu il periodo in cui l' Italia meridionale più dovette 
    subire le incursioni dei Saraceni (nome con cui i napoletani indicavano genericamente 
    gli islamici sin dai tempi degli Arabi, ma in questo periodo i razziatori 
    erano Ottomani) che, approfittando della debolezza militare e politica del 
    Regno di Napoli durante la transizione tra Aragonesi e Spagnoli, intensificarono 
    le proprie razzìe volte soprattutto a rifornire il fiorente mercato 
    orientale degli schiavi, piuttosto che al saccheggio vero e proprio, vista 
    la relativa povertà delle zone depredate. In particolare si ricordano, 
    come le più devastanti e distruttive, le incursioni dei corsari musulmani 
    Khair ad-Din e Dorghut. Khair ad-Din, detto il Barbarossa, fu sceicco di Algeri 
    e comandante della flotta turca. Dopo la vittoria conseguita a Pervesa nel 
    1538 sulla flotta imperiale di Carlo V guidata dal genovese Andrea Doria, 
    ebbe negli anni seguenti via libera nel Mediterraneo intero, devastando le 
    coste del vicereame spagnolo di Napoli e della Sicilia da cui fece grande 
    deportazione di schiavi verso Costantinopoli: ben 7000 uomini. A Procida non 
    colpì perché la popolazione scappò in massa sulla terraferma 
    durante il saccheggio della vicina Ischia. A Capri distrusse il castello che 
    ancora porta il suo nome.
 
    Invasioni saracene   
        (seguito)    Dorghut, il cui nome fu storpiato 
    in Dragut dagli occidentali quasi a sottolinearne l' azione mitica, crebbe 
    al seguito del Barbarossa e alla sua morte divenne il corsaro musulmano più 
    potente e famoso, vero terrore dei naviganti. Appoggiato anche dalla Francia 
    in funzione anti-imperiale, devastò più volte le coste spagnole 
    e italiane. Divenne poi signore di Tripoli. A Procida incendiò l' Abbazia 
    di S. Michele (e a Capri la Certosa) attorno al 1550. Nella II metà 
    del Cinquecento, definitivamente affermata la stabilità politica, gli 
    Spagnoli affrontarono un vasto piano di difesa e fortificazione e soprattutto 
    intensificarono le azioni militari vere e proprie contro gli Ottomani, ottenendo 
    un grande successo a Lepanto nel 1571, ma che continuarono fino ai primi del 
    Seicento, con lo scopo di arginare l' espansionismo musulmano nel mediterraneo 
    occidentale. Nel più ampio ambito di questo piano di rafforzamento 
    si inseriscono anche le opere di fortificazione effettuate a Procida.   
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